Il bel paese sfigurato - di Alessandro Cantoni

14.03.2014 18:18

IL BEL PAESE SFIGURATO

Italia, patria della cultura, sede di un grande tesoro. Sì, proprio quello che ci ha raccontato il professor Vittorio Sgarbi. Italia, culla dell’intramontabile arte greca, bizantina e di uno dei pittori più celebri, il quale ci ha lasciato “l’opera più bella del mondo”, Piero della Francesca, insieme ai grandi maestri della pittura.

Purtroppo, però, dobbiamo prendere in considerazione anche le istituzioni che si occupano della gestione dei beni culturali, degli organi ad essi connessi, degli amministratori…

Ebbene, è proprio a causa di alcuni di loro che il nostro tesoro viene trascurato, malgrado abbia un valore inestimabile. In Italia, numerosi sono gli scempi ai quali abbiamo assistito, primo fra tutti la gestione del terremoto dell’Aquila, un tempo tra le più interessanti città storiche ed artistiche italiane, lasciata morire insieme ai suoi abitanti, abbandonati dalle istituzioni e dai governi, così come il centro storico, mai ricostruito dallo stato – che dice di essere dalla parte dei cittadini -.

Ma vorrei partire dal nord, per arrivare sino alla Sicilia.

Non dimentichiamo, anzitutto, che grazie al nostro patrimonio, il prodotto interno lordo potrebbe incrementare del 70% se si sfruttasse maggiormente una risorsa fondamentale, cioè il turismo. 

 

Il mio viaggio inizia a Milano, negli anni in cui fu eletto sindaco Moratti Letizia.

Tra i provvedimenti più scandalosi che fece attuare durante il suo mandato vi fu il celebre progetto City life, dove sarebbero dovuti sorgere tre grattaceli dalle forme piuttosto bizzarre, progettate da architetti stranieri. Già, peccato che forse Moratti credeva di essere in America, dimenticandosi che ogni cosa va inserita in un particolare contesto, in modo tale che non stoni con il paesaggio circostante. Stessa cosa si potrebbe dire del palazzo della Regione Lombardia, altro scempio di Milano.

Non solo si costruiscono edifici privi di buon gusto, ma si distruggono palazzi storici per edificare centri commerciali, rotatorie oppure parcheggi. E’ il caso della palazzina storica dell’Alfa Romero, distrutta per ingrandire un parcheggio. Che dire, inoltre, di quei palazzoni condominiali abominevoli, progettati da architetti privi di buon gusto? Oppure dei parcheggi costruiti vicino a dei ritrovamenti archeologici, a Milano?

Sempre in Lombardia, in provincia di Pavia, se non m’inganno, qualche anno fa il sindaco fece abbattere la villa Bianchi, in stile liberty, ottocentesca. Per quale ragione? Ovvio, per costruire un condominio!    

Vi dirò di più, se andrete a Foligno, in Umbria, vi invito ad osservare la chiesa progettata da Massimiliano Fuksas, la quale assomiglia ad un deposito, tutto fuorché un edificio sacro. Dove sono finite le cupole, i rosoni? Non ci sono più. Al loro posto vi è una scatola di cemento.

Proseguendo lungo lo stivale, giungiamo in Lazio, a Roma, caput mundi, città meravigliosa, sfigurata da alcuni sindaci. E’ il caso della teca dell’Ara Pacis Augustae, distrutta e, inseguito, ricostruita da un architetto americano, Richard Meier, senza alcuna ragione, anzi, abbruttendo l’intero padiglione con forme irregolari, in assoluto contrasto con l’intero contesto storico. Ancora più assurda è la nuvola di Fuksas, sempre nella capitale.

In Molise, regione straordinaria, il paesaggio è stato deturpato da ridicole pale eoliche, spesso non funzionanti e le quali distruggono la vite e l’ulivo, simboli del lavoro dell’uomo, mentre il centro storico di Napoli, considerato patrimonio mondiale dell’UNESCO viene danneggiato da vandali, persone incolte ed ignoranti, che deturpano monumenti ed opere d’arte, in quanto vittime della loro stoltezza.

Tutti conoscono il caso di Pompei, dove solo lo 0,56% dei fondi dati a disposizione allo Stato vengono sfruttati per la manutenzione dell’importantissimo sito archeologico campano.

Pensate che sono dovuti intervenire addirittura gli Inglesi per evitare che cadesse a pezzi.

Il mio viaggio culmina, infine, in Sicilia, altra regione devastata dalle pale eoliche e dove milioni di euro furono spesi per opere faraoniche inutili, tra l’altro mai portate a termine, come il famoso ponte sullo stretto di Messina.

Questi sono solo alcuni dei casi che hanno sconvolto l’intera penisola, malgrado ve ne siano molti altri degni di essere citati, come il crollo delle mura di Volterra, il terremoto in Emilia Romagna e le alluvioni in Sardegna…

Il nostro è il più bel paese del mondo, sfigurato da amministratori incompetenti, anche se, naturalmente, non si può nascondere che, talvolta, la cultura venga presa in considerazione.   

 

Alessandro Cantoni